Sentiero Naturalistico del Chitò - Museo Valdimagnino

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Sentiero Naturalistico del Chitò

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Estratto cartografico dallo studio che il malacologo Enrico Pezzoli ha dedicato alle sorgenti incrostanti presenti lungo il percorso del sentiero naturalistico del Chitò.
Per chi vuole approfondire gli argomenti storici e naturalistici della vallata riferirsi al DVD di Enrico Pezzoli distribuito ufficialmente dal Parco del monte Barro.

Sentiero naturalistico del Chitò
Gli escursionisti e gli appassionati che vogliono scoprire le bellezze e i tesori naturalistici che la Valle Imagna racchiude hanno nel “Sentiero naturalistico del Chitò” un percorso che consente di entrare in un mondo dove la natura da il massimo, in maniera maestosa e selvaggia, con particolari scorci paesistici di notevole bellezza.
Questa nuova pista, percorribile sia a piedi che in bicicletta, consentirà una volta completata, partendo da Clanezzo di arrivare fino a Ponte Giurino. Descriveremo ora il tratto percorribile che da Clanezzo raggiunge la località Medega nei pressi di Capizzone.
Da Clanezzo, per l’escursionista senza bici è possibile lasciare l’auto nel posteggio situato a lato della chiesa parrocchiale; per poi proseguire a sinistra e prendere la strada privata che sale verso il ristorante Belvedì. Percorso un tratto con due tornanti a sinistra diparte la pista che con breve tratto in discesa si porta al livello del “Sentiero naturalistico del Chitò” che percorre la sede interrata di un dismesso canale idroelettrico, fiancheggiando in quota il torrente Imagna, che qui si inforra per circa due chilometri prima di confluire nel fiume Brembo, a Clanezzo. Data l’origine idraulica, il sentiero è dolce ed adatto agli escursionisti di tutte le età.
Il percorso si snoda sulla sinistra idraulica dove dalla la ripa scoscesa dipartono piccoli rivi molto ripidi che caratterizzano le falde sud-occidentali della piramide del del Monte Ubione (895 m).
Non vi sono insediamenti abitativi, il versante è coperto da un fitto bosco costituito da essenze arboree in prevalenza costituite da: nocciolo, castagno, farnia, carpino,  robinia, tiglio selvatico, acero, frassino, faggio. In alcuni tratti solitari il bosco racconta le vecchie storie di quando i boscaioli ed i carbonai dormivano all’addiaccio o quando nel lontano passato la selva era percorsa dagli armigeri che salivano alla rocca posta sul Monte Ubione. Il sentiero percorre tratti di particolare interesse naturalistico con affioramenti di dolomia una roccia calcarea che le lavorazioni per la realizzazione della pista hanno in alcuni casi drasticamente tagliata.


Pregevoli e di particolare interesse naturalistico sono le sorgenti incrostanti con fenomeni di deposito concrezionale, rari per la bergamasca.
La prima che si incontra è la vecchia captazione della “Sorgente del Griso”: poco sotto esisteva un celebre mulino “Mulino Vecchio o del Griso”. Questo acquedotto alimenta l’antica fontana pubblica di Cabrozzo.
Percorsi alcune centinaia di metri, il ripido sentiero, utilizzato un tempo dai boscaioli che sale verso il Monte Ubione; poco oltre la seconda sorgente che scaturisce da una cavernetta situata a una cinquantina di metri a monte lungo il solco vallivo .





Continuando il percorso l’escursionista arriverà dove è rimasto il canale idroelettrico ora coperto da una griglia nel punto dove un tempo il canale percorreva un tratto in galleria, qui si incontra la terza sorgente che scaturisce poco a monte depositando un’enorme escrescenza concrezionale.
La pista termina il percorso sulla sinistra idraulica per poi scavalcare l’Imagna in prossimità di Strozza con il Ponte del Chitò (che prende il nome dall’Ing. Chitò che lo progettò), un ardito ponte canale in pietra. Il versante in destra idrografica è più dolce e ha consentito una particolare antropizzazione con casolari e strade di accesso. Percorso un breve tratto a lato della strada provinciale, termina il tratto agibile in località Medega, a poche centinaia di metri dal paese di Capizzone.


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